Ciro Picariello, vignaiolo infaticabile, è entrato silenziosamente nello star system dei più autorevoli produttori di Fiano di Avellino, ma ormai il suo nome è consolidato tra gli amanti di questo vitigno; siamo ormai al sesto imbottigliamento, da quando cioè l’annata 2004 lo ha emancipato da conferitore di uva verso terzi, e le peculiarità del suo Fiano di Avellino non finiscono mai di stupire. Le uve che danno origine al Fiano di Avellino provengono dalle selezioni dalle vigne di proprietà di Summonte e Montefredane, di una ventina d’anni d’età. I vecchi filari uniti alla passione unica di Ciro, hanno reso il Fiano, fin dalla sua prima annata di produzione, un vino dotato di espressività e tipicità uniche. Il variegato bouquet apre la strada ad un gusto eccezionale, fresco e sapido, persistente e coerente fino alla fine negli aromi e nei sapori. Un vino che ha cominciato ad essere imbottigliato nel 2004, quando ormai la crisi di mercato era cominciata; forse anche per questo è stato più semplice per Ciro e Rita, sua moglie, imboccare la strada della semplicità e della specializzazione: lavorazioni in acciaio e l’idea di uscire con un anno di ritardo rispetto ai colleghi produttori di Fiano. In questo modo la cantina ha saputo conquistare gli amanti del Fiano, che ritrovano in quello di Ciro Picariello un sapore unico, frutto del lavoro in vigna e delle caratteristiche uniche del territorio irpino.
Alla vista si presenta di colore giallo paglierino, con riflessi oro verde.
Al naso esprime un profumo espressivo e tipico, con sentori di fiori di campo, mela, rosmarino e frutta secca
Al palato è caratterizzato da un gusto fresco e sapido, persistente ed elegante, con ritorni di agrumi e frutta bianco
Questa Falanghina in tavola si trova a proprio agio con diverse ricette di primi e secondi di pesce, oltre che con i formaggi freschi come una deliziosa bufala campana.