L’anima di Tenuta Scerscé è Cristina Scarpellini, viticoltrice in Valtellina dal 2008. Si inserisce nel contesto Valtellinese con pazienza e rispetto, prendendosi cura sin da subito di questo territorio affascinante e allo stesso tempo fragile. Si laurea in legge a Milano dopo una tesi di ricerca presso l’Università Paris Sorbonne Panthéon Assas II, che la trattiene per circa due anni a Parigi. Rientra in Italia e decide di intraprendere la carriera forense. Grazie a una collaborazione su Milano, dopo qualche anno il suo percorso lavorativo le permette di specializzarsi in internazionalizzazione delle imprese. Così la sua vita incontra la Valtellina.

Appassionata di Nebbiolo e lungimirante nella sua visione aziendale, raccoglie la sfida in tutti i sensi. Inizia così un percorso di ricerca basato sulla profonda conoscenza del territorio e sull’attenzione quotidiana per le sue vigne, che in quest’area alpina esigono un grande lavoro di fatica per le ripide pendenze. Una terra verticale che ripaga della fatica solo chi ha spirito di sacrificio e lavora con cuore e passione.

Fortemente motivati a creare vini che siano diretta espressione del territorio e che comunichino il nostro spirito e la nostra personalità insieme alla ricerca tenace della qualità, nel corso degli anni l’approccio in vigna è diventato sempre più scrupoloso. In primis analizziamo per ciascun vigneto il terreno per recepirne le caratteristiche e migliorarne le prestazioni. La nuova cantina è progettata secondo parametri sostenibili e innovativi, un nuovo spazio che permette di continuare le pazienti pratiche di studio e sperimentazione con nuove tipologie di vasche e di allungare i tempi di affinamento in bottiglia.

Una congiunzione tra passato e presente, unione tra manualità tramandata e strumenti contemporanei, nel pieno rispetto della tradizione. Le persone sono parte centrale di questo concetto e contribuiscono a determinarne il carattere e l’identità. Il logo aziendale è la tradizionale zappa bidente, simbolo che trae origine

La Valtellina, una delle poche valli alpine longitudinali, a ridosso delle Alpi Retiche, è l’area terrazzata vitata più grande d’Italia. L’eminente architettura dei terrazzamenti coltivati a vite lungo i ripidi e sinuosi pendii della vallata, offre alla vista e al cuore la Bellezza e la Cura del duro lavoro dell’uomo. Negli anni, sottraendo pendenze alla montagna e disgregando la roccia, l’uomo ha creato fazzoletti di terreno fertile sostenuti da ben 2.500 chilometri di muretti in pietra a secco, la cui arte è oggi Patrimonio Immateriale UNESCO. Un’opera millenaria straordinaria, testimonianza unica di una tradizione culturale e colturale ancora viva.

Le rocce affioranti, residuo di un lavoro millenario del ghiacciaio che ricopriva la valle, accumulano calore e lo cedono per tutto l’anno, come delle vere e proprie riserve che mitigano le giornate più fredde e aiutano la crescita vigorosa del Nebbiolo, qui denominato Chiavennasca. Il suo microclima è terreno fertile di biodiversità.
Una viticoltura verticale dove il paesaggio è geometria di terrazzamenti e sguardo al sole. Grazie al lavoro perseverante di Fondazione ProVinea la Valtellina è oggi inserita nel registro dei Paesaggi Rurali Storici Nazionali.