L’AZIENDA
La Ripanero nasce nel 2014, quando noi tre, amici accomunati dalla passione per l’agricoltura e per il vino, decidiamo di iniziare l’avventura a lungo sognata e oggi quotidianamente vissuta con allegra caparbietà. Il centro attorno al quale tutto gravita è l’Aglianico del Vulture, vitigno di enorme fascino ed eleganza fin dalla più remota antichità, soprattutto in questo angolo del Sud Italia, in Basilicata, alle pendici del Monte Vulture, che in un tempo lontano, con le sue colate laviche, ha affidato terreni unici alle instancabili mani di umili contadini, inventori di sapienti tecniche e depositari di preziosi segreti.
I SOCI DELLA RIPANERO
MAURIZIO
AMMINISTRATORE E PAPA’ MODELLO
Una laurea in informatica riposta nel cassetto per inseguire il sogno d’infanzia, quando per diletto aiutava sua nonna in vigna e in cantina, sperimentando l’effetto inebriante dei mosti in fermentazione. Così, alle soglie dei 50 anni, decide di ripartire da zero recuperando alcuni terreni di famiglia, acquistandone altri e iniziando l’avventura del viticoltore. Curioso e appassionato, ‘ruba’ i trucchi del mestiere operando in vigna sotto la supervisione attenta e paziente di maestranze locali, mentre a casa l’attende il piccolo Antonio per giocare.
MARIO
L’AVVOCATO DELLE VIGNE PERSE E RECUPERATE
Un po’ avvocato un po’ filosofo d’antan, ha ricevuto l’educazione all’amore per la vigna dal padre e dal nonno. Per anni, di questi radicati sentimenti familiari, ha però coltivato soltanto la parte ludica, preferendo ai vigneti l’assidua frequentazione delle antiche e moderne cantine disseminate intorno al Vulture. Svagato e idealista, ha abbracciato senza remore il sogno di calarsi in questa appassionante “enoavventura”, arruolato nelle vesti di battitore libero.
DAVIDE
IL “PASTORE” DELLA VITE
Sulla carta il più giovane del trio, sin dal grembo materno avverte un legame inscindibile con la natura. A dir il vero, più precisamente, per la zootecnia e l’agricoltura. Anzi, a essere pignoli, per la pastorizia. Si definisce un pastore e in effetti un po’ lo è, sebbene sia iscritto alla facoltà di agraria e trascorra buona parte delle sue giornate tra la cantina, le vigne e qualche campo di cereali. Ragazzo d’altri tempi, lavoratore instancabile, che alla passione per la vite ha indissolubilmente legato la propria vita.