Siamo nati e cresciuti sulle colline del Barolo: il territorio che ci ha sostentati, le persone che ci hanno aiutato a crescere, il vino di cui ci siamo innamorati e a cui abbiamo dedicato la nostra vita e le nostre passioni.

Per capire la nostra storia bisogna risalire agli inizi del ‘900, in borgata Ciotto, a La Morra. È in questo pugno di case che la famiglia Veglio, da generazioni, si dedica alla terra. Essere contadini delle Langhe significa piegarsi sulle viti, coltivare frutta e ortaggi, seguire le bestie, inventarsi ogni giorno nuovi modi per andare avanti. Era una vita difficile e povera. Angelo Veglio, nato nel 1928, durante l’inverno girava le cascine come «masacrin», una specie di macellaio domestico per la preparazione di salami. D’estate, dopo il lavoro nei campi, si metteva in viaggio per il mercato di Canale, dove vendeva le poche pesche del suo frutteto. Angelo aveva un sogno: lasciare la mezzadria e l’agricoltura per dedicarsi al vino; acquistare vigneti di proprietà e vinificare le bottiglie con il suo nome, utilizzando quei vitigni delle Langhe – su tutti il nebbiolo – di cui, con lungimiranza, aveva capito il potenziale.



La cascina nuova
Fu così che negli anni ’60, Angelo acquistò la sua prima vigna, in località Gattera. Uno splendido vigneto in frazione Annunziata di La Morra, da cui oggi otteniamo il nostro Barolo Gattera Docg. Nel 1979, sempre all’Annunziata, la famiglia rilevò una parte della Cascina Nuova: quattro mura malandate, un fienile e circa cinque ettari di vigneti, fra cui quelli dei cru Arborina Rocche dell’Annunziata. Era l’inizio di un nuovo percorso.

Mauro Veglio
Dei tre figli di Angelo, solo Mauro segue le orme paterne. Negli anni ’80, il vino era ancora un’utopia e non molti erano pronti a scommettere sul Barolo, che pure era la sfida più promettente. Nel 1986 Mauro prende le redini dell’azienda in seguito alla malattia del padre. Aveva 25 anni.                 
Cominciano così i lavori di ristrutturazione della cantina, il rinnovamento delle vigne, le prime vinificazioni sperimentali.

Una nuova idea del Barolo
Nel 1987 Mauro sposa Daniela e qualche anno dopo, nel 1996, ai vigneti di La Morra si aggiungono quelli del comune di Monforte d’Alba, nella Frazione Castelletto. Sono anni avventurosi, in cui i produttori del Barolo scambiano conoscenze e consigli, tecnologie e macchinari. Maturano nuove idee e si formano gruppi di visionari che credono in un profondo rinnovamento del modo di vinificare il Barolo: non più bottiglie rustiche e poco curate, ma vini puliti, pronti, con una maggiore estrazione polifenolica e un uso misurato delle botti piccole. Il 1992 segna l’anno della nostra prima vendemmia e vinificazione nella nuova cantina appena scavata accanto alle fondamenta della casa alla Cascina Nuova.

Alessandro Veglio
Contrariamente all’attuale tendenza di vendere le aziende vinicole ad investitori stranieri, c’è chi sceglie di puntare sui giovani e sul futuro. Nel 2017 Mauro e Daniela annunciano la fusione della propria azienda con quella del nipote Alessandro Veglio. Una scelta fortemente voluta per portare una ventata d’aria fresca al gruppo di lavoro e garantire alla cantina Mauro Veglio un futuro “a conduzione famigliare”. Alessandro, classe 1982, è il figlio del fratello di Mauro e conduce, ormai da diversi anni, la propria azienda agricola Alessandro Veglio. Era però arrivato per lui il momento di pensare a nuovi spazi e a nuovi investimenti, quando, parlando con Mauro e Daniela, è nata l’idea di fondere le due realtà.

La sfida della qualità
Oggi la nostra azienda produce circa 120 mila bottiglie su circa 19 ettari di vigneti distribuiti tra La Morra e Monforte d’Alba e Barolo. Crediamo in un vino equilibrato, rispettoso del territorio e della tipicità d’origine, frutto di un attento lavoro di selezione in vigna e un’altrettanta cura in cantina. Produciamo quattro grandi cru (o Menzioni Geografiche Aggiuntive) del Barolo: l’Arborina, il Gattera, il Rocche dell’Annunziata e il Castelletto. Accanto al Barolo vinifichiamo anche i grandi rossi di Langa: il Langhe Nebbiolo, il Barbera e il Dolcetto d’Alba.