Fondata da Andrea Pasini nel 1958 e condotta tutt’oggi in famiglia, alla terza generazione di vignaioli, la Pasini San Giovanni esprime in ogni sua bottiglia la tipicità gardesana, grazie ai 36 ettari vitati di proprietà, tra Valtènesi e Lugana, sulla riviera bresciana del Lago di Garda. Sostenute da un impianto fotovoltaico dal 2009 e dal progetto di valutazione dell’impronta carbonica, la cantina e l’intera gestione aziendale sono sempre più vicine al raggiungimento della piena sostenibilità.
L’azienda oggi ha due nomi, uno ovviamente legato alla famiglia Pasini che ha creato e sempre condotto l’azienda, l’altro legato al toponimo locale in cui sorge la Cascina San Giovanni, denominato località San Giovanni e legato alla chiesa di San Giovanni situata a Palude, una frazione di Puegnago poco distante da Raffa.

Filosofia

Il vino è buono se viene da una terra buona. E se la terra ci è stata consegnata buona è nostro dovere lasciarla a chi verrà dopo di noi possibilmente migliore di quando l’abbiamo ottenuta. Viticoltura e vino di territorio quindi, di nome e di fatto, a patto che ne rappresentino la naturale manifestazione e non una spettacolare forzatura. Parallelamente agli investimenti in vigneto ed in cantina, nel 2009 è iniziata la produzione dell’energia in proprio (grazie all’impianto fotovoltaico sul tetto della cantina) ed un lungo processo di analisi della filiera produttiva che è culminato nel 2012 ci ha portato alla certificazione dell’impronta carbonica, ovvero del peso in termini di emissioni di gas serra dell’intera produzione aziendale.
Analizzarci profondamente ci ha permesso di iniziare ad eliminare alcuni comportamenti sconsiderati ai fini dell’impatto ambientale (dalla concimazione con elementi chimici all’utilizzo di bottiglie pesanti) per arrivare nel 2014 alla conversione ufficiale all’agricoltura biologica con l’intento di promuovere una viticoltura ed un’enologia naturali, perché controllate in ogni aspetto e fortemente legate all’equilibrio territoriale stesso.”

Lugana e l’uva Turbiana

I nostri vigneti sono a San Benedetto di Lugana, nel paese di Peschiera del Garda, in località Broglie ed in località Busocaldo. Poco meno di dieci ettari di argilla in cui coltiviamo esclusivamente il vitigno autoctono bianco Turbiana. Figlia di una terra antica forte di un suolo argilloso, l’uva bianca autoctona Trebbiano di Lugana è localmente chiamata Turbiana, geneticamente simile al Verdicchio, imparentata alla grande famiglia dei Trebbiani e perfettamente adattata all’argilla che la ospita con il particolare microclima gardesano.
E’ fatta di grappoli di media dimensione, non troppo produttiva, ben resistente ai parassiti dell’uva e caratterizzata da una maturazione tardiva.
Grazie al suo corredo acido produce un vino di grande vitalità e longevità, ricco di sfumature e personalità.

Valtènesi e l’uva Groppello

I nostri vigneti sono attorno alla Cascina San Giovanni ed alla cantina, a Raffa di Puegnago, circa 15 ettari di terreni sciolti e permeabili, ricchi di scheletro, di origine morenica, con il Cap del Priù e il vigneto Villa Romana tra i primi cru vitati a metà degli anni settanta, prevalentemente con Groppello e Marzemino.
Altri 12 ettari sono pochi km più a Sud, a Picedo di Polpenazze, vitati all’inizio degli anni novanta, con i migliori cloni di Groppello nel cru Arzane, insieme alle altre uve di territorio e con due ettari di Riesling Renano. La nostra Valtènesi è una terra speciale – fatta d’eco di ghiacci antichi e di esposizione mediterranea pur a latitudini così estreme – ed il Groppello è il suo figlio agronomico. Due bellezze che nel 1958 apparvero come un’avventura stimolante ad Andrea, il primo di noi Pasini ad avvicinarsi al vino. Oggi, dopo oltre cinquantanni, siamo ancor più convinti che l’autoctono della Valtènesi sia il gioiello più raro e prezioso della nostra esperienza viticola.
Un vitigno così nobile e al contempo fragile va coltivato con rispetto e dedizione, pochi grappoli per ogni vigna e molta ricerca, perché possa continuare a raccontare l’equilibrio unico della sua terra d’origine. Il Groppello ha buccia sottile, forma compatta, polpa succosa. In famiglia, alla Pasini San Giovanni, ne abbiamo fatto fin dagli anni Sessanta l’essenza precisa e tradizionale del Chiaretto, la sua più naturale espressione, poi il sostegno elegante dei rossi migliori – che finalmente portano il nome Valtènesi – e da poche stagioni perfino la spina dorsale dello spumante Metodo Classico Centopercento. Siamo consapevoli che ci sia ancora tanto da imparare su di lui, ma è la Valtènesi stessa che ci sta insegnando la strada giusta per rendergli davvero onore.